Sbocchi professionali per periti industriali

perito

È difficile dare una definizione esatta di chi sia un perito industriale, in linea generale può essere definito come un professionista operante principalmente nel settore terziario per la gestione delle varie fasi produttive in azienda.

Lo sviluppo che si è avuto negli ultimi anni nel settore terziario e i vari riordini dei decreti riguardanti questa professione non hanno di certo aiutato a chiarire quanto c’è da sapere su questa figura.

È obbligatoria la laurea? Se sì, basta la laurea triennale? Quando è obbligatorio iscriversi all’albo e dove posso lavorare?

Queste ed altre domande troveranno risposta in questo nostro articolo sulla figura del perito industriale.

Chi è e cosa fa il perito industriale

Il perito industriale è un professionista operante in ambiti ingegneristici e industriali e si occupa principalmente della direzione dei lavori.

La figura del perito industriale compare per la prima volta nella Legge italiana nel 1912, con il primo percorso di studi per periti industriali.

Il termine invece fonda le sue radici nel latino “peritus industria”, letteralmente una persona capace nella materia d’interesse e con inventiva.

Infatti, il perito industriale svolge anche altre mansioni oltre alla direzione dei lavori come, ad esempio:

  • La creazione di disegni con programmi CAD 2D e 3D;
  • Il collaudo dei macchinari e la loro manutenzione nel tempo;
  • Supervisiona i lavori svolti in fase di produzione;
  • Si occupa della scrittura di tutte le documentazioni per l’uso dei macchinari.

Sono tante quindi le attività che può svolgere questo esperto, tutte di estrema utilità in azienda.

Il percorso di studi

Il percorso di studi che si trova a seguire un perito industriale non è dei più semplici, ma soprattutto si allinea a quelli che sono i regolamenti tenuti per le cosiddette “professioni libere intellettuali” (di questa categoria fanno parte anche gli architetti, gli avvocati, i geometri…)

Questi lavoratori per esercitare la libera professione hanno bisogno di essere riconosciuti e regolamentati con l’iscrizione ad un apposito albo dei professionisti o in dei registri riconosciuti.

Facciamo però un passo indietro, perché il percorso da perito industriale parte con la scelta di un istituto tecnico industriale alle superiori.

Il diploma è infatti il primo passo da compiere per assimilare tutte quelle conoscenze che un giorno permetteranno di lavorare in piena autonomia nel settore:

  • Disegno tecnico;
  • Economia e diritto industriale;
  • Tecnologie industriali.

Sono alcune delle materie cardine di un percorso scolastico di questo tipo.

Il praticantato

Dopo aver conseguito il diploma da perito industriale sarà necessario accumulare dell’esperienza lavorativa attraverso il praticantato.

In realtà, il praticantato non è soltanto un metodo per mettere in pratica quanto fatto negli anni scolastici, ma fa da secondo step al fine di iscriversi all’albo.

Dovrà avere una durata minima di 18 mesi e dovrà essere svolto presso un perito industriale o uno studio riconosciuti e iscritti all’albo da 5 o più anni.

Ai sensi dell’art. 55 comma 2 d del DPR 328/01 dalla fine del 2021 non sarà più requisito obbligatorio il praticantato per esercitare la libera professione.

Le facoltà universitarie

L’unica strada percorribile per lavorare come periti industriali sarà continuare gli studi universitari.

Sono diverse le lauree triennali abilitanti a disposizione:

  • Ingegneria industriale;
  • Design industriale e del prodotto;
  • Ingegneria civile;
  • Scienze e tecnologie agrarie, informatiche e fisiche;
  • Arti figurative;

Conseguita la laurea in una di queste facoltà sarà necessario sostenere un ultimo esame chiamato “esame di abilitazione” che dà poi la possibilità al laureato di esercitare la professione di perito industriale.

La formazione continua obbligatoria

Altra particolarità delle libere professioni intellettuali è che alcune di loro, da regolamento, dopo l’iscrizione all’albo (il Consiglio Nazionale dei Periti Industriali in questo caso) hanno l’obbligo di seguire dei corsi accreditati per periti industriali che rilascino dei crediti formativi utilizzati per certificare l’avvenuta formazione.

I professionisti svolgono attività di questo tipo ogni anno, fino all’ottenimento di 120 crediti in 5 anni dall’iscrizione all’albo.

Gli sbocchi lavorativi

Gli sbocchi lavorativi si rifanno molto alle mansioni che è in grado di occupare.

I settori più interessati ad avere al loro interno dei periti industriali sono:

  • Il settore automobilistico;
  • Gli studi di progettazione in genere;
  • Laboratori e cattedre universitarie.